Le infestazioni da topi sono tra le più fastidiose e pericolose che si possano verificare, il disagio provocato dalla presenza in casa dei roditori è enorme e debilitante, crea ansia, insonnia, fino a scatenare veri e propri attacchi di panico.
Le preoccupazioni sono assolutamente motivate, i topi veicolano molte malattie ad alto rischio che possono portare anche alla morte nei casi più gravi. Per questi motivi, appena ci si accorge della loro presenza, sarà fondamentale effettuare una derattizzazione rapida, efficiente e specifica.
Soprattutto in ambienti aziendali, commerciali o in locali destinati alla ristorazione o alla produzione e stoccaggio di derrate alimentari, è necessario porre la massima attenzione alla sicurezza dei clienti e dei dipendenti, oltre alla cura dei prodotti e dei locali infestati.
Inoltre è importante che vi sia un monitoraggio costante anche dopo l’intervento di derattizzazione per evitare che vi sia un ritorno di infestazione da topi che porterebbe ancora più danni della precedente in quanto l’attenzione si abbassa per la sicurezza di aver debellato il problema ratti
Le prima cosa da fare per una corretta derattizzazione è la ricerca dei punti di annidamento con la ricerca della forma, dimensione e lucidità degli escrementi, le impronte e i rosicchiamenti di pareti, tubature, cavi elettrici
I roditori sono animali intelligenti e si adeguano ai vari sistemi di distruzione o allontanamento divenendo sempre più resistenti alle trappole e al veleno se non vengono utilizzati in maniera sapiente e strategica. Per poter fare questo bisogna avere un’ottima conoscenza della specie e delle sue abitudini nonché dell’utilizzo delle diverse trappole.
A seconda del roditore variano anche le tecniche di eradicazione:
Per i Topi campagnoli, tra cui il “topo campagnolo comune” o “arvicola campestre” (Microtus arvalis) e l'”arvicola di Savi” (Microtus savii) possono sono usate esche con anticoagulanti a bassa tossicità, semplicemente sparse o sotterrate a bassa profondità
Per i Topi selvatici (Apodemus sylvaticus) si interviene con esche specifiche a bassa tossicità disposte nelle aree perimetrali
Per il Ratto comune o “ratto nero dei tetti” (Rattus rattus), si interviene con esche specifiche precedute da una pasturazione con esche non attive e nella realizzazione di sigillature e sbarramenti con l’eliminazione delle aree di rifugio
Per il Ratto marrone, o “ratto delle chiaviche”, (Rattus norvegicus) l’eradicazione avviene con la collocazione di esche specifiche e con sbarramenti in grado di fermare gli animali, che sono in grado di aprirsi il passaggio anche attraverso cemento magro o metalli teneri e tendono a trasmigrare lungo la rete idrica o fognaria.